Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 gennaio 2010

Un blogger-brunch davvero ben riuscito

Ogni tanto è bello vedere di persona i blogger e non solo leggere le loro “avventure enogastronomiche”. Un motivo in più per aderire (con molto piacere) all’invito di Max per un brunch domenicale a casa sua.
Gli invitati erano tutti molto simpatici e la giornata, conseguentemente, non poteva che essere piacevole.
Il buffet era di elevata qualità con specialità italo-francesi di grande livello.
Si andava dai cibi salati come gli ottimi tubettini con tonno e peperoncino, la frittata di pasta e i grissini portati da Daniela (qui la ricetta), ai dolci tra cui erano da ricordare le mele annurche cotte e i canelés, ma anche il tiramisù cosiddetto “consistente” di Nadia e lo strudel di Laura (se leggi anche tu, Laura, puoi per favore inviarmi la ricetta?). Ottimo anche il vino passito comprato da Max in terra di Francia.
Io ho portato invece qualcosa “di comprato” e non fatto in casa, data la mia cronica mancanza di tempo: una torta a strati di cocco e cioccolato della buonissima (a mio avviso) pasticceria Dacrì, di cui ha parlato anche Daniela qui. Spero che questa torta (nella foto) sia piaciuta.

Oltre alle persone già citate, ho rivisto volentieri Stefano e Fabrizio ed ho avuto il piacere di conoscere gli altri presenti che, pur non avendo un blog,…erano simpaticissimi lo stesso :-))
Insomma davvero una piacevole domenica, grazie ancora Max!

PS: Per tutti i blogger e lettori romani: a proposito di brunch, mi dicono che è molto buono il brunch all’Open Colonna. Perché non organizziamo una domenica un brunch lì? Propongo domenica 21 o 28 febbraio prossimi, per poter organizzare il tutto per tempo e con un pò di anticipo. Raccolgo io le adesioni in questo post o sulla mia mail. Poi tra una decina-quindicina di giorni facciamo il punto e stabiliamo definitivamente la data. Aspetto i vostri commenti/e-mail!

17 gennaio 2010

Une brasserie à ne pas manquer

Foto tratta dal sito www.vagenende.fr
Nella città più bella del mondo c’è un quartiere che secondo me è uno dei più attraenti della capitale francese. E’ il Quartiere Latino, pieno di palazzi signorili, viali alberati ed eleganti negozi, che ospita anche la storica Università della Sorbonne. E’ inoltre una zona molto interessante dal punto di vista gastronomico. Intorno a Saint Germain des Près, ad esempio, nello spazio di pochi metri ci sono tre luoghi storici che sono stati ritrovo di artisti e uomini illustri, il Cafè de Flore, il Deux Magots e la Brasserie Lipp.
 
 
La chiesa di Saint Germain des Près

Non lontano da lì, poi c’è la pasticceria-”gioielleria” Pierre Hermè, in Rue Bonaparte, con la sua consueta fila per accaparrarsi ottimi croissants e macarons.
Sempre in questo quartiere, c’è un altro locale da segnalare, in cui sono stato nell’ultima mia vacanza a Parigi. Alcuni amici mi hanno portato infatti in un posto davvero carino che si trova in Boulevard Saint Germain. Si tratta di una brasserie, dallo splendido décor “Art Nouveau”, in stile “Belle Epoque”.
E’ un locale che risale al 1905 e che è passato più volte di mano fino ad arrivare alla famiglia Vagenende di cui porta il nome.
Gli interni molto belli, gli specchi, le boiseries di questo fascinoso locale stavano però rischiando di sparire: nel 1966 c’era un progetto di convertire il locale addirittura in un supermercato! Per fortuna, grazie ad una campagna di stampa e all’intervento di André Malraux, Ministro della cultura di allora, si è evitata la sua chiusura.
Dal 1983, invece, come si dice nel sito, il locale è stato iscritto nell’ ”Inventaire supplémentaire des Monuments Historiques”, e si è così garantita la conservazione di questo capolavoro della Belle Epoque.
In questo locale si mangia veramente bene e a prezzi relativamente contenuti. La cucina è di tipo tradizionale, con piatti simbolo della cucina francese, ma anche con interessanti varianti. Buona anche la carta dei vini.
Quando ci sono stato, ho mangiato un’ottima “Soupe gratinée à l'oignon” e un “Carré d'agneau, fleur de thym, gratin dauphinois”: un’ottima cena, in buona compagnia e a due passi dal mio albergo, vicino alla bella zona di Saint Sulpice.

Vagenende
142, boulevard Saint-Germain
75006 Paris
Telefono: +33 01 43 26 68 18

11 gennaio 2010

Arroz al Cava, per uno spumeggiante Nuovo Anno!

Un piatto che ho realizzato i primissimi giorni del 2010, per festeggiare il Nuovo Anno, è stato il risotto allo spumante (o meglio allo spumante Cava).
Era un piatto che avevo mangiato soltanto qualche volta al ristorante, che mi era piaciuto e che mi ripromettevo di realizzare a casa. E così è stato!
Innanzitutto occorre spendere due parole sullo spumante utilizzato. E’ uno spumante spagnolo prodotto in Catalogna con il metodo “classico” (cioè con rifermentazione in bottiglia, come lo Champagne o il nostro Franciacorta, per intenderci). Per l’occasione, ne ho comprato uno molto buono dall’ottimo rapporto qualità prezzo che ho scoperto ad una degustazione di spumanti.
Il risotto che ne viene fuori è molto delicato, fine e gradevole.
Ecco come si fa:
(ingredienti per 4 persone)

In una pentola far appassire insieme a del burro e poco brodo vegetale una cipolla tagliata a fettine sottili. Aggiungere poi otto tazzine di riso per risotti (Arborio, Carnaroli, o anche il Vialone Nano, ma forse potrebbe essere usato anche un arroz valenciano) e far tostare. Sfumare poi con due bicchieri di spumante Cava. Portare poi normalmente a cottura il riso aggiungendo, quando necessario, brodo vegetale; poco prima della cottura definitiva del riso, aggiungere un altro bicchiere di spumante e far evaporare. Mantecare alla fine fuori fuoco con burro e parmigiano.

Un piatto che non si trova spesso al ristorante (anche per il suo costo?), che forse era “più di moda” negli anni ’70-80, ma che è veramente buonissimo e molto chic, adatto a seratine “speciali”.
Ideale per “rendere più frizzanti” queste grigie e piovose giornate romane di inizio anno…

5 gennaio 2010

La pasta siciliana (napoletana)

Il primo post dell’anno non può non iniziare con una ricetta tradizionale, sia perché le feste natalizie sono il periodo per eccellenza per proporre e realizzare piatti tradizionali, sia perché a me questi ultimi piacciono molto, come avrete potuto capire dal mio blog…
Sicuramente li preferisco di gran lunga a ricette innovative e similari e mi innervosisce un pò vedere che molti (troppi) stravolgono a tutti i costi le ricette tradizionali per cercare di dimostrare di essere più bravi, più creativi, più innovativi, meno banali, ecc. Ben venga la banalità quando si ha a che fare con piatti così buoni! Molti tengono a precisare: “la tradizione sì, ma anche l’innovazione…”. A me basta fermarmi a “la tradizione sì”…L’innovazione posso anche ammetterla, ma non a partire dalla tradizione…
Detto questo, la ricetta che vi propongo oggi è ancora un piatto della cucina napoletana, tra l’altro molto semplice da realizzare. Si tratta della pasta alla siciliana, preparazione caratterizzata in sintesi da un “rivestimento” della pasta con delle melanzane fritte, passando successivamente il tutto al forno. Che io sappia è un piatto napoletano a dispetto del nome, dal quale comunque si evincono le probabili origini sicule.

Ecco come si realizza, brevemente:

Si prepara una normalissima salsa di pomodori. Si condisce con questa e con abbondante formaggio la pasta cotta al dente (500 grammi di penne, rigatoni, ecc.). Nel frattempo si friggono 3 melanzane tagliate sottili nel senso della lunghezza.
In un tegame da forno poi si mette qualche cucchiaio di salsa di pomodoro, metà della pasta condita e si copre con metà delle melanzane, del fiordilatte (300 gr.) tagliato a fette sottili, parmigiano e ancora sugo di pomodoro. Si copre ancora con la pasta restante e quest’ultima a sua volta con le rimanenti melanzane. Si cospargono infine le melanzane di altra salsa di pomodoro e si inforna in forno caldo per circa mezz’ora.
E’ un piatto veramente squisito che si può mangiare anche in estate quando le melanzane hanno più sapore e quando mi capita di vedere in molti caffè delle calde isole del sud il reparto gastronomia pieno di ogni delizia della cucina tradizionale meridionale, compresa questa meravigliosa pasta.

Ps Auguro a tutti voi lettori (e anche a me stesso!) di trascorrere un anno pieno di “appetitose” novità (riprendo una frase della mia amica Letizia che saluto :-)