Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 luglio 2009

Il faro di…Anzio

Oggi sono ad Anzio. Con l’occasione allora aggiungo alla “mia collezione di fari” anche quello di Anzio, che non sarà certamente uno dei “nobili” fari della Bretagna, ma senza dubbio è affascinante come tutti, nella loro funzione di misteriose sentinelle del mare…

21 luglio 2009

Peperoncini verdi (non fritti)

Questa volta post breve, visto che non ho molto tempo libero in questo periodo…
Vi parlerò rapidamente di una delle mie verdure estive preferite, che sono i peperoncini verdi o friggitelli, come a volte vengono chiamati.
Amo quelli più piccoli e di meno quelli più grandicelli. Un modo ottimo di cucinarli è farli saltare in padella insieme ad aglio, olio e pomodori freschi. A cottura ultimata, il pomodoro sarà un incredibile “catalizzatore” del sapore di questi fantastici peperoncini!
Quelli più buoni, secondo me, si trovano in Campania ed è anche per questo che "vi invio" al volo un’altra ricetta proveniente da questa regione, tratta dal bellissimo libro di Luciano Pignataro “Guida gastronomica di Cetara” (Edizioni dell’Ippogrifo) che celebra tra l’altro “il mito” della colatura di alici.
Secondo questo libro, con i peperoncini verdi tagliati a rondelle si può fare un sughetto composto anche da alici fresche, aglio, olio e pomodorini e condirci la pasta (i paccheri, secondo la ricetta proveniente dal Ristorante Acquapazza di Cetara).
Provatela e fatemi sapere!

16 luglio 2009

Rosse tropeane

La cipolla. Prodotto che certe persone amano ma in gran segreto, perché è molto politically “scorrect”: non si può far vedere agli altri che piace, altrimenti sono dolori…
Ma la cipolla è un prodotto fantastico. A me piace in modo particolare quella rossa di Tropea. E’ dolce, carnosa, saporita….Il suo colore rosso-bordeaux che si incunea anche nelle parti interne è proprio bello a vedersi…Mi piace anche la sua storia: è un prodotto mediterraneo che veniva barattato ed esportato sin dai tempi dei Fenici sui mercati della Tunisia, dell’Algeria, della Grecia…
Ho recentemente comprato delle buone cipolle rosse di Tropea. Non è facilissimo trovarle: spesso al supermercato si trovano sì cipolle rosse, ma provenienti dall’Olanda, a leggere bene…Questa volta, però, ho finalmente trovato le rosse di Tropea originali.
Avevo in mente di realizzare la ricetta della marmellata di cipolle rosse e di provarla finalmente fatta da me, dopo averla assaggiata altre volte da vasetti acquistati o che mi erano stati regalati.
Consultando internet, ho visto come si preparava e poi, come accade spesso, ho dato un tocco personale alla ricetta.
Per questa marmellata non sono necessari molti ingredienti:

- 1 kg di cipolle rosse di Tropea
- circa 300 gr. di zucchero (c’è chi usa anche quello di canna, io ho usato quello normale)
- cognac q.b. (mitico!)
- un pizzico di erbe di Provenza, come ha sottolineato anche Sigrid, che ci stanno veramente bene

- olio extravergine, sale e pepe
- e… (aggiunta mia) qualche cucchiaino di aceto balsamico tradizionale di Modena, che secondo me fa veramente la differenza.

Ecco il procedimento:
Far appassire in poco olio le cipolle tagliuzzate a pezzetti. Aggiungere successivamente tutti gli altri ingredienti. Salare e pepare e far cuocere a fuoco lentissimo per circa un’ora.
E’ una marmellata direi elegante, vellutata, di classe, ottima per accompagnare i formaggi piccanti, e le carni.
Vi racconto poi cosa mi è successo una volta: volevo saltare in padella dei piselli con pancetta e avevo bisogno di una cipolla. Non avendola in casa, ho utilizzato al posto della cipolla una certa quantità (non moltissima) di marmellata di cipolle rosse nel soffritto. Il risultato è stato davvero ottimo e sorprendente: il piatto ha acquisito una grande eleganza.
Ho adesso ancora una discreta quantità di cipolle rosse. Vorrei utilizzarle in un risotto alle cipolle rosse e provolone piccante. Che ne dite? Quali altri utilizzi mi consigliate?

10 luglio 2009

Pesto all’ischitana

Nello scorso post vi ho parlato anche dell’acquisto di una quantità abbondante di basilico nella bellissima isola d’Ischia, non dicendovi però quale fosse stato il suo utilizzo.
Sicuramente qualcuno di voi avrà pensato ad innovative ed estrose ricette, anche perché forse un minimo (ma minimo, minimo…) di suspence l’ho creata….
E invece no, con il basilico ho realizzato un semplice pesto all’ischitana, che non è altro che un pesto preparato esattamente come fanno a Genova, con l’unica differenza che ho utilizzato un basilico che di genovese aveva ben poco: quello che ho acquistato ad Ischia.
Come già detto, le sue foglie erano profumatissime (non so se è un prodotto locale o se sia solo campano) e quindi anche il relativo pesto ne ha acquistato in qualità.
Una ricetta molto semplice con il pesto che io amo è condire la pasta con questa salsa e aggiungerci dei pomodorini pachino freschi aperti in due o in quattro. La freschezza del pomodoro contrasta infatti molto bene con la “piccantezza” e la”pesantezza” dell’aglio presente nel pesto.
Questa volta ho però preparato un pesto leggero, senza esagerare con l’aglio, per rendere più leggero il piatto e più piacevoli le successive relazioni sociali :). Questa pasta così condita è anche buonissima come pasta fredda da gustare nelle calde giornate estive, come quelle di questi giorni.
Sempre a proposito di pesti, mi arriverà a breve del pistacchio da un’amica. Chi mi sa dire come si prepara precisamente il pesto di pistacchi?
Per la cronaca, infine, ho scoperto da una trasmissione su Radio 24 (“Il Gastronauta”) che degli ottimi pistacchi non si trovano solo a Bronte, ma anche in un ridente paesino della Basilicata chiamato Stigliano. Indagheremo meglio…..

4 luglio 2009

Gironzolando per l’isola verde

Avevo un debito con voi: farvi un resoconto della mia vacanza ad Ischia. Ecco allora che mi appresto a farlo :)
Innanzitutto va premesso che conosco molto bene Ischia, ma ci torno sempre con piacere sia perché è molto bella, sia perché ad essa sono legato da innumerevoli e piacevoli ricordi d’infanzia.
Questa volta però sono stato in una zona, S.Angelo d’Ischia, dove normalmente non vado e quindi per me è stato quasi come visitare un’altra isola. Oltretutto alloggiando in uno splendido residence sul mare…
(la piazzetta di S.Angelo d'Ischia)
Nonostante il tempo non sia stato bellissimo, abbiamo potuto comunque godere, in questa isola incredibilmente verde, di buon sole, ottimo mare, splendide piscine termali e naturalmente buona cucina.
La cucina ischitana è davvero speciale. In qualunque posto sia stato a mangiare, ogni piatto, anche il più semplice, aveva dei profumi e dei sapori unici e inimitabili. Le cozze, ad esempio: non ne ho mai assaggiate di cosi buone. Sarà il modo di cucinarle, la qualità della materia prima o entrambe le cose?
Profumi inimitabili che si percepivano anche nelle semplici insalate di pomodori, perché dovete sapere che i pomodori che si trovano ad Ischia hanno un sapore difficilmente “reperibile” in altri luoghi. Per non parlare del profumatissimo basilico: era presente ovunque, in ogni piatto della tradizione campana che ho assaggiato (come l’ottima parmigiana di melanzane o di zucchine). Non potevo non comprare e portare con me una certa quantità di foglioline (o fogliolone perché erano molto grandi), il cui successivo utilizzo “romano” è una sorpresa che verrà svelata in uno dei prossimi post…
Ad Ischia si mangia molto bene in numerosi ristoranti che conosco da tempo, ma questa volta a orientarmi nella scelta dei ristoranti c’era anche una guidina “fresca di stampa” di un’amica blogger che è risultata molto utile per scoprire alcuni locali. Uno su tutti, il Bracconiere (Via Falanga, Serrara Fontana, Tel. 081 999436). Per arrivarci ci si perde quasi tra strade di autentica montagna, quasi sterrate, con pendenze al 35%, alle pendici del monte che è presente sull’isola, l’Epomeo. Dimenticate, quando entrate in questo ristorante, di mangiare piatti di mare: qui si degusta il coniglio all’ischitana, molto diffuso nell’isola, ma anche il pollo, il cinghiale o si “divorano” grigliate miste di carne, tutti piatti da accompagnare con un buon vino rosso “Per’è Palumm’” (vitigno Piedirosso). Quanto ai primi piatti, le specialità sono le pappardelle al cinghiale, al ragù di coniglio (nella foto)


o “alla pecorara”. Ma, come segnalato nella guida, gli antipasti sono davvero mitici: “to remember” una frittata di zucchine, cipolle e rucola (Nadia ma tu per caso hai la ricetta “precisa”?)
Sempre nella guida era segnalato un posto che io già conoscevo e la cui qualità della pizza è veramente da segnalare: “il Capriccio” del Bar Calise a Casamicciola. Una pizza semplice, economicissima (3,5-4 € per una marinara o una margherita), digeribilissima, buonissima; il tutto (volendo) con vista sui pizzaioli che la preparano, oltre che sul porticciolo di Casamicciola.

Per i dolci segnalo, oltre al Bar Calise (mitici i suoi cornetti), anche le ottime torte del bar/pasticceria nella piazzetta di S.Angelo (Il pescatore, Tel. 081 999206).
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Della bella vacanzina ad Ischia non posso infine non ricordare la serata carina passata insieme a due (lei e lui) blogger romani, ai loro coniugi e ad altre simpatiche persone, con accoglienza veramente perfetta da parte di chi “giocava in casa”…:-)
Grazie ancora!