Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

26 febbraio 2009

Una macchina cult: la 2 CV

2CV in mostra a Parigi in una mostra dedicata alla Cité des Sciences

Non amo molto le macchine, quindi non sono assolutamente un esperto né tantomeno un appassionato.
Ma ci sono delle eccezioni. Una di queste è la mitica “2 cavalli” della Citroen, messa in produzione per la prima volta nel 1948. E’una macchina gloriosa che ha segnato un’epoca, un pò come la nostra 500 (che rientra anch’essa nelle eccezioni…).
Con questo post voglio allora rendere un tributo a questa bellissima macchina francese che mi piace tanto, “sa” di Francia e che evoca anche bei film (come alcuni di 007 o della Pantera Rosa).
Per ulteriori notizie sbirciate qui, dove troverete informazioni anche sulla bellissima Charleston (cioè una 2CV di colore nero e rosso delage, uno schianto!).

20 febbraio 2009

Le lasagne di carnevale


Siamo nella settimana clou di carnevale e allora ho voluto dedicare un post a questa bella festa di inizio anno che ci dà un po’ di svago e allegria, “alla faccia” della solita routine quotidiana. Le maschere, i carri di cartapesta e, come al solito, la cucina non mancano come sempre di stupirci con i loro colori e sapori.
In cucina, durante il periodo carnevalesco, a prevalere sono i dolci (frappe e castagnole in primis, qui si chiamano così) ma non mancano i piatti salati. E siccome io preferisco nettamente in generale il salato al dolce, ecco che vi propongo una ricetta tradizionale di questo periodo, diffusa molto a Napoli: le lasagne di carnevale.
Ecco (in breve) la descrizione della ricetta:
Far cuocere per poco tempo in acqua bollente ed olio (per non farle attaccare) delle sfoglie per lasagna (vanno bene anche quelle Barilla o di altra marca che si trovano in commercio). Farle asciugare dopo pochi minuti di cottura su un panno asciutto.
Intanto preparare un ragù e a parte con del macinato di carne di manzo formare e friggere delle piccole polpettine (non devono essere piccolissime, però). Cuocere anche delle salsicce o cervellatine con del vino bianco e del burro.
Cominciare a “costruire” le lasagne mettendo sul fondo della teglia qualche abbondante cucchiaiata di ragù. Porre sopra, a coprire l'intero tegame, qualche sfoglia di lasagna appena scottata. Su tale strato spargere delle cucchiaiate di ricotta, precedentemente mescolata con un po’ del ragù di cui sopra.
Aggiungere le polpettine e dei pezzetti di salsiccia, unitamente a del fiordilatte a dadini (o anche, e forse meglio, provola) e a una “sventagliata” di formaggio parmigiano.
Continuare con questo procedimento fino ad arrivare “in cima” alla lasagna, che terminerà con uno strato ricoperto da abbondante ragù e altrettanto abbondante parmigiano.
Questa meravigliosa lasagna l'ho mangiata stasera e devo dire che è davvero mitica, molto diversa dalle solite lasagne, con gli ingredienti che si fondono e si integrano perfettamente ed armonicamente.
Allora buon appetito, buon carnevale e… attenzione agli scherzi…

14 febbraio 2009

Moules, Mejillon o Mexillon

Oggi parliamo di cozze. Perché? Perché recentemente ho acquistato dall’ottimo discount Lidl* delle cozze della Galizia in scatola, in salsa scapece: veramente buone!
Le cozze della Galizia (mejillon in spagnolo e mexillon in galiziano), d’altronde, sono in generale di elevata qualità essendo coltivate nelle cosiddette “Rias gallegas”, delle valli fluviali in cui si insinua il mare, una sorta di fiordi.
Continuiamo ora, già che ci siamo, il nostro tour dei luoghi di produzione delle buonissime cozze ed approdiamo (guardate un po’…chissà perché..:))…) nelle zone francofone.
In Belgio le “moules” sono buonissime, abbondantissime e quasi un monumento nazionale abbinate, spesso in porzioni enormi, alle ottime frites.
In Francia il termine per definirle è sempre moules e di buone ce ne sono nella baia del Mont Saint Michel. Sono chiamate moules de bouchot. I bouchot, infatti, sono i pali di legno posti nel mare sui quali si allevano le cozze.
In Francia e in Belgio le moules sono proposte in un’infinità di modi. Secondo me a volte nel cucinarle vengono aggiunti a questi molluschi troppi ingredienti, che le rendono troppo pesanti. Vengono a volte ad esempio cotte insieme a panna e a formaggi che ne modificano troppo il gusto, oltretutto. Mi piacciono invece le moules marinières che sono cotte semplicemente con vino bianco con aggiunta di erbette varie; personalmente adoro anche quelle al Roquefort e al curry. Devo inoltre ancora provare una ricetta tipica dell’isola di Ouessant che prevede un’impanatura ed una frittura delle cozze: devono essere buonissime!
Sempre in Francia e Belgio, oltre alla possibile degustazione delle cozze in tantissimi ristoranti, si possono trovare anche in mille versioni in una catena di ristoranti relativamente a basso costo che si chiama Leon de Bruxelles: ogni volta che vado in Francia è tradizione che ci vada almeno una volta!
Finiamo il nostro rapido giretto europeo sulle cozze con il nostro paese: amo in modo particolare le cozze** del Golfo di Oristano, molto saporite e carnose. Quanto agli utilizzi, noi abbiamo anche il privilegio di poterle usare nei primi piatti e allora mangiamole in zuppa insieme ai fagioli, con i bucatini conditi con un sughetto bianco (ovviamente di cozze) e spolverizzati di pecorino o nella mitica tiella pugliese!

*nonostante sia un discount, ha ottimi prodotti di qualità e soprattutto prodotti molto originali e non sempre reperibili in Italia

**in Liguria si chiamano “muscoli” ma è come si chiamassero così anche all’estero, perché la parola moules francese o mussels inglese è molto più vicina a muscoli che a cozze…

7 febbraio 2009

Gli antichi forni di Roma

Nella città in cui vivo ci sono dei luoghi veramente da non perdere: gli antichi forni, che vendono pane, dolci e affini.
Ve ne sono alcuni veramente meritevoli di essere visitati, sia per la loro collocazione in bei quartieri centrali o caratteristici, sia per i profumi (in modo particolare) e le bontà che offrono ai visitatori.
Si tratta spesso di antichi e storici forni che erano diffusi a Roma già all’inizio del secolo scorso o anche prima.
In genere il prodotto più semplice e più buono che si possa offrire in questi luoghi è la pizza bianca, prodotto poco costoso e ottimo, cosparso di poco olio e granelli di sale. La pizza bianca costa veramente poco (un etto circa costa 0,60 centesimi!) ed è una delizia mangiata semplice, senza altre inutili aggiunte o ripieni. Chi non è di Roma forse non conosce questa pizza, ma è davvero inimitabile e molto diversa dalle focacce o dalle altre pizze a taglio bianche che si mangiano in altre zone d’Italia. Un altro prodotto semplice è la pizza rossa, anch’essa “banalmente buona”, con salsa di pomodoro, poco olio e molto croccante e sottile.
Inoltre questi forni spesso, oltre alla pizza e mille tipi di ottimo pane, hanno anche gustosissimi dolci, anche stagionali, torte e biscotti di vario tipo, realizzati in modo artigianale.
Difficile elencare tutti i luoghi “di culto” dove recarsi per approvvigionarsi di ottimi prodotti. Io però personalmente ho tre o quattro forni preferiti e alcuni altri sono entrati tra i miei favoriti da poco, in quanto li ho scoperti solo recentemente.
Tra quelli di un certo spessore, si possono senz’altro elencare quelli che si trovano in un’area specifica del Centro di Roma: zona Campo dei Fiori.
Innanzitutto c’è il mitico forno di Campo dei Fiori, un’istituzione a Roma. Non lontano da lì c’è l’antico forno Roscioli e a poca distanza ancora c’è il forno-pasticceria del ghetto (“Boccione”, Via del Portico d’Ottavia n.2), con le sue specialità anche dolciarie di origine ebraica e fantastiche torte di ricotta.
Poi a mio avviso un altro posto da non perdere è la panetteria Ceccacci in via Licia, 9 (tel. 06.70492755), zona San Giovanni, che ha delle torte rustiche assolutamente da non perdere.
Ricordo infine Panella (Via Merulana, 54, tel. 06 4872344) che, anche se non è un antico forno e non è un posto propriamente economico, ha veramente delle squisitezze, offrendo tutto ciò che è legato al pane con proposte anche di dolci regionali.