Il mare, il buon bere, il mangiare bene e...chi più ne ha, più ne metta

27 marzo 2008

Weekend di Pasqua: Pienza e dintorni

Pioggia, freddo, neve, vento: questo ha riservato, come accade spesso, Pasqua.
Avevamo però già prenotato un weekend con amici nelle vicinanze di Pienza e allora siamo comunque andati lì. In agriturismo.
Gli agriturismi si dividono in “finti” e seri. Quelli “finti” hanno solo le sembianze di case contadine di campagna e sono autentici alberghi camuffati.
In quelli veri si parla col contadino, si tocca con mano la sua passione per la terra (nonostante la grande fatica), per gli animali, si assaggiano prodotti da non dimenticare…
Per fortuna siamo capitati in un agriturismo serio…
Il maltempo non ci ha aiutato, ma abbiamo goduto del posto bellissimo dove ci trovavamo, abbiamo apprezzato i prodotti provenienti dall’azienda che ci ospitava, abbiamo “fatto conoscenza” con gli animali che con tanta cura la proprietaria dell’azienda alleva (mucche chianine, maiali di cinta senese, galline, galli, tacchini…).
una foto venuta male che forse involontariamente è anche carina e sembra dipinta

E poi nei dintorni la campagna toscana è unica al mondo…
E poi nei ristoranti del luogo si mangia la vera fiorentina….
E poi facendo freddo non si poteva far altro che mangiare altre squisitezze della zona…
Un prodotto che non ho mai trovato così buono era la finocchiona, prodotta dall’agriturismo che ci ospitava. Non era la classica finocchiona tipo salame, ma simile ad una lonza molto schiacciata e lunga insaporita col finocchietto: inutile dire che me ne sono portato a Roma una scorta (già quasi finita…).
Infine la compagnia con cui sono stato era molto piacevole e questo ha contribuito alla riuscita della vacanza (piccolo ps: speriamo che vada bene con quella ragazza a cui sto facendo la corte :-) che però non sa che ho un blog...Ah, dimenticavo, forse non sapevate che sono single…)
Insomma un weekend ideale per staccare un po’ dalle noie lavorative!

18 marzo 2008

Pasqua: casatiello e pastiera


Siamo entrati nella Settimana Santa e quindi siamo “autorizzati” a preparare qualcosa di molto pesante ma anche mooolto buono.
A Napoli due classiche ricette si preparano durante il periodo di Pasqua: il casatiello e la pastiera. La prima è una pizza rustica fatta con farina, lievito, strutto, formaggi salumi e molto pepe (con uova sode incastonate).
La seconda è un dolce fatto con grano, ricotta, uova, canditi, spezie ed essenze varie aromatizzanti.
Sono entrambi dei “miti” della cucina napoletana che si trovano spesso in “brutta copia” anche in altri luoghi fuori della Campania.
Io invece quando ho avuto un attimo di tempo durante lo scorso weekend, li ho preparati in casa per la prima volta e devo dire che mi sono riusciti bene.

E’ bello preparare queste ricette perché uno di solito sa solo mangiare la pastiera e il casatiello, ma perderci del tempo a prepararli fa a capire bene come vengono utilizzati gli ingredienti e apprezzare di più quello che dopo si mangia.
Ho cercato di eseguire alla lettera le rispettive ricette provenienti da autorevoli libri sulla cucina napoletana, senza farmi condizionare da varianti meno attendibili o volutamente “creative”.
Io sono dell’opinione che la tradizione è tradizione e in certi casi (come accade in occasione delle feste) non la si può sostituire o integrare con l’innovazione! Ben vengano le idee nuove e le creazioni innovative anche dei grandi chef, ma in certe circostanze viva la sana tradizione, rispettata pienamente e seguendo e tramandando ciò che i nostri nonni ci hanno sapientemente trasmesso nel tempo.
Viva la tradizione e Buona Settimana Santa a tutti!

12 marzo 2008

“My daiquiri in el Floridita, my mojito in la Bodeguita”

Questa frase è contenuta in un libro bellissimo, che ho appena finito di leggere.
Avevo letto, non ricordo dove, di questo libro dal titolo “A spasso con Papa Hemingway” di Guido Guidi Guerrera e un bel giorno, dopo parecchio tempo, trovandomi in libreria, decisi di prenderlo non appena mi venne in mente il suo titolo. Ma il libro non era disponibile e quindi ho dovuto ordinarlo.
Ne è valsa però veramente la pena. Ora che ho completato la lettura, non posso che tesserne le lodi, dispiaciuto che sia finito così presto.
L’autore ripercorre tutti i luoghi di Hemingway sia descritti nei suoi libri, sia quelli dove Hemingway risiedeva o si recava.
Nel libro sono anche indicati ricordi su quest’ultimo scrittore delle persone del luogo, testimonianze, prove della sua presenza.
La Spagna, Venezia, Parigi e soprattutto Cuba sono molto ben descritti al punto che ora vorrei andarci di corsa…; i locali dove il grande autore si recava si materializzano sotto gli occhi del lettore…
Il libro è anche un’ottima guida enogastronomica in quanto sono citati prodotti e ricette locali a cui c’è spesso un rimando e approfondimento alla fine di ogni capitolo.
E poi Hemingway era un uomo che amava moltissimo i cocktail: alcune varianti, come forse è noto, sono divenute famose e codificate a livello internazionale proprio grazie a lui!
Insomma un libro che consiglio vivamente a tutti gli amanti dell’enogastronomia, dei viaggi e del mare come sono io, come siete voi e soprattutto come era il grande Hemingway!

6 marzo 2008

Geraardsbergen e la sua Matten taart

Foto tratta dal sito del comune di Geraardsbergen, www.geraardsbergen.be

C’era una volta una delle mie passioni, il ciclismo, e un gara che amo molto, il Giro delle Fiandre.
In vacanza a Bruxelles, un giorno decisi di recarmi in uno dei luoghi più famosi del Giro delle Fiandre, la cittadina di Geraardsbergen, a un’ora di treno dalla capitale belga.
Fatti i miei sopralluoghi sulle salite “mitiche” del “Giro” (delle quali sono pronto a raccontare a chi fosse interessato vita, morte e miracoli) torno alla fine della giornata a farmi un giretto in paese.
Avendo mangiato poco fino a quel momento, mi reco in una panetteria del centro e mi guardo intorno per vedere cosa mangiare.
Bellissima la scena: comincia a far sera, fuori fa un po’ freddo, dentro trovo un bel tepore e delle persone del tutto particolari: un anziano proprietario con barba bionda e lunga che mi guarda come se fossi un alieno sceso sulla terra e una bambina di 5-6 anni, probabilmente la nipotina, che mi guarda altrettanto stupita con degli occhioni azzurri e una chioma bionda dorata…Chi sarà mai questo forestiero? si saranno detti; turisti da quelle parti se ne vedono pochi in genere…
Comunque, tornando alla mia scelta su cosa mangiare, mi incuriosisce un dolce di forma rotonda che aveva un bell’aspetto e lo compro.
Era davvero ottimo!. Dopo alcune ricerche ho scoperto che questo dolce si chiama «Geraardsbergse matten taart» ed è una tortina di caglio di latte.
La tortina, che parrebbe risalire al ‘600, è composta di pasta sfoglia farcita di ripieno di caglio di latte (prodotto nelle fattorie della zona), uova, zucchero, estratto di mandorla…
Per la ricetta comunque date un’occhiata qui o qui.
Dal 1980 viene organizzato annualmente un «Dag van de Mattentaart» (giornata della torta di caglio). Questa manifestazione si svolge nella piazza del mercato di Geraardsbergen, dove viene collocato un impianto per la panificazione con il quale si dà dimostrazione della preparazione di questo buonissimo dolce….

2 marzo 2008

I meme di Flo e Anna


Con questo post rispondo a due meme che in realtà sono abbastanza simili.
Al primo mi ha invitato Flo e consiste nell’indicare 6 manie, abitudini, tic.
Ecco il regolamento (che vale sostanzialmente anche per il meme più avanti):

1. Indicare il link di chi vi ha coinvolti.
2. Inserire il regolamento del gioco sul blog
3. Citare sei manie, abitudini, tic
4. Coinvolgere altre sei persone
5. Comunicare l’invito sul loro blog.

Ecco alcune mie abitudini (le prime che mi vengono in mente):

1. spizzicare fuori pasto (ma mi impongo fortemente nel farlo) (pour Flo: manger hors repas, mais pas souvent)
2. eseguo ricette alla lettera ma non manca a volte un pizzico di creatività (je prepare les plats en suivant exactement la recette, sauf exceptions “créatives”)
3. amo i piatti salati e molto meno quelli dolci (j’aime bien les plats salés)
4. giudico i ristoranti solo dopo averli provati, senza farmi influenzare dai giudizi degli altri (je juge les restaurants qu’après les avoir essayés, pas avant)
5. mi rifiuto di comprare le cose eccessivamente care (vorrei ad esempio molto provare la cucina dei grandi chef ma il mio limite massimo è ben al di sotto dei budget necessari per cenare dai “big” (je n’achète pas ou mange pas souvent des chosent qui sont trop chères)
6. mangio volentieri ingredienti e piatti che non conosco (je goute avec plaisir des plats que je ne connais pas)

Al secondo meme mi ha invitato Anna che mi chiede di indicare 6 cose che mi piace fare.
Eccole (le prime che mi vengono in mente):

mangiar bene
vedere e praticare sport
viaggiare e stare al mare (si veda foto)
avere l’anima del marinaio
fare foto non banali
gestire blog

Invito chi vuole a partecipare ad uno o a tutte e due i meme.
Capisco che per qualcuno può essere noioso farlo, allora rivolgo l’invito solo a una ristretta cerchia di persone come ad esempio: Cavoletta, Marcella, Fabrizio e Chiara